Pirola Cornelli Arduino

Pirola Cornelli Arduino. Nacque il 17 marzo del 1915 a Capriate d’Adda, Provincia di Bergamo. Figlio di Battista Pirola e di Elisabetta Cornelli. Arrivò nel 1954 insieme a sua moglie Giovanna Rosa Rampinelli, nata il 2 gennaio del 1916 a Brembate, Provincia di Bergamo, figlia di Bernardo Rosa e Marietta Rampinell I suoi figli: Attilio, Sergio, Alessio, Elizabetta e Battista. In San Vito nacque Maria Livia. Fece la sua casa. A San Vito lavorò come impiegato della SICA, falegname, apicoltore, caficoltore. Fù membro fondatore di APRENA (Asociazione Protettora delle risorse Naturali) en 1960. Nel 1978 ad agosto Arduino dono allo Stato Costarricense una propietà di 351 m2 nel centro di San Vito per costruire un centro di educazione e nutrizione per la popolazione infanatile, dopo è stato trasferito alministero di Salute. In tanto Giovanna (doña Juana), fù partera, infermiera, desntista e istalò la prima farmacia di San Vito. Nel 1963 fù membro fondatrice del C.A.C (Centro Agricola Cantonale). Oggi l’ospedale ha il nome di JUANA PIROLA (come si conobbe a sua moglie) per l’opera humanitaria per la salute di tutta la popolazione (italiana, costarricense, panamense e indigena) di San Vito e Coto Brus.

Regione di origine:

Galleria Fotografica:

Batista Pirola e Franco Lintozzi

Elisabetta Pirola, Frano Lintozzi e Anna Lintozzi

Famiglia Pirola Rosa

Juan Rosa

Juana Rosa, appena arrivata a San Vito.

Juana Rosa volontaria della Croce Rossa

Casa di Arduino Pirola

casa di Arduino Pirola

Arduino Pirola

Arduino Pirola con i loro alveari

Rassegna scritta dalle famiglie:

Vediamo un po' di ricordare come nella nostra famiglia è nata la voglia di emigrare. Finita la guerra, papà Arduino tornò a casa che aveva 29 anni e la moglie con tre figli. Senza un posto di lavoro, come tutti ogni mattino si recava presso i cancelli delle fabbriche ed imprese per trovare l’occupazione a giornata. Era in uso, in quei tempi, dove c’era tanto da ricostruire, pur se disposti a svolgere ogni tipo di lavoro che si presentava, ma la concorrenza era molta. Immaginarsi il mestiere di papà come pittore restauratore, impossibile! I giorni senza lavoro li occupava come aiuto falegname presso un amico (mio padrino di battesimo) costruendo, chitarre, violoncelli ed altre cose allora richieste e nei tempi vuoti in conto lavoro faceva mobili per casa. Avendo imparato durante il militare a fare il calzolaio, fabbricò il banco di lavoro incominciando a fare le scarpe per la ...............

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